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In Francia il Partito degli Indigeni della Repubblica è minacciato dall'estrema destra

 

Fondatrice e portavoce del Partito degli Indigeni della Repubblica (PIR), Houria Bouteldja è stata convocata il 6 maggio scorso dal Procuratore: sarà giudicata dal Tribunale, in data ancora da fissare, in seguito alla denuncia per razzismo “anti-bianchi” di una associazione di estrema destra. I fatti contestati risalgono al giugno 2007: durante una trasmissione televisiva, Houria Bouteldja aveva inventato un neologismo: souchiens. Giocando sull'espressione diffusa di  quelli che dicono di essere “francesi di souche” (francesi d'origine, di radici francesi, ndt), aveva detto: “noi li chiamiamo souchiens”. Sul momento, nessuno dei presenti aveva avuto niente da ridire. Agli occhi di tutti, sembrava essere un semplice neologismo. Ma non avevano fatto i conti con l'abilità politica di un filosofo francese particolarmente reazionario, benché abbia una reputazione di uomo di sinistra: Alain Finkielkraut. Dopo alcune settimane, mentre il neologismo era già stato dimenticato, l'intellettuale se l'è presa con Houria Bouteldja durante una trasmissione radiofonica, accusandola di giocare con le parole e di trattare i bianchi come “sottospecie di cani”, interpretando il gioco di parole tra sous-chiens e souchien. Si sa che certi poliziotti senza scrupoli inventano le prove: ogni tanto per esempio gli capita di mettere un po' di fumo nella giacca di qualcuno che vorrebbero far condannare. E' all'incirca quello che è successo con il filosofo: ha modificato la grafia di souchien in sous-chiens. Nessuna differenza di pronunciazione, ma il significato cambia eccome: diventa un insulto di carattere razzista. Altri intellettuali, giornalisti e personalità politiche hanno approfittato della breccia aperta nella denuncia agli Indigeni della Repubblica e, più apertamente, alla sua portavoce. Un anno dopo, mentre l'estrema destra protestava violentemente contro la manifestazione organizzata dagli Indigeni della Repubblica per commemorare i massacri di Setif e Guelma, il turno d'accusa era passato a Brice Hortefeux, attuale ministro dell'Interno che all'epoca sedeva al Ministero dell'Immigrazione e dell'Identità Nazionale. Con l'appoggio degli alti responsabili del suo partito (UMP, Unione per il Movimento Popolare, il partito di Sarkozy), il ministro annunciava allora dei procedimenti penali contro Houria Bouteldja, che non ebbero ovviamente nessun seguito. Il ministro sapeva certamente che sarebbe stato difficile sostenere l'accusa in un Tribunale.

 

Le acque sembravano essersi calmate, fino a quando la “Alleanza Generale contro il Razzismo e per il rispetto dell' identità francese e cristiana” (AGRIF) ha annunciato che avrebbe proceduto alla denuncia. Questa associazione, dal nome significativo, costituisce un anello forte del mondo della destra cattolica tradizionalista, ultranazionalista e razzista, un movimento molto ampio in cui confluiscono conosciuti antisemiti, vecchi collaboratori del regime di Vichy, difensori del colonialismo, vecchi membri o simpatizzanti dell'OAS (Organizzazione dell'Esercito Segreto, terroristi di estrema destra che realizzarono vari attentati in Algeria dopo l'Indipendenza, ndt), integralisti cristiani e altri nostalgici delle crociate. Tutti ugualmente impegnati nelle campagne contro l'immigrazione e in generale contro chi proviene dalle ex-colonie. Tutti mobilitati contro l' “invasione musulmana” della Francia e partigiani ad oltranza dell'idea di “scontro di civiltà”, per salvare la civiltà bianca, cristiana e occidentale.  Questo movimento ha, teniamo a sottolineare, dei forti contatti con il Fronte Nazionale, un partito di estrema destra specialmente potente. Il suo leader Jean-Marie Le Pen, arrivato al ballottaggio nelle elezioni presidenziali del 2002, era affondato nel 2007 ma il suo partito aveva conosciuto un nuovo successo alle elezioni regionali dello scorso marzo scorso, con più dell'11% dei voti al primo turno.

 

Il procedimento penale a danno del Partito degli Indigeni della Repubblica può sembrare aneddotico,  tenuto conto dell'inconsistenza delle accuse rivolte alla sua portavoce. Al contrario, sarebbe un errore sottostimarne il significato in un contesto politico dove i conflitti si acutizzano. Il razzismo trova la maniera di esprimersi sempre più liberamente, e notoriamente nella sua versione islamofobica, presente anche nella sinistra. Lo staff di Sarkozy, davanti alla grave crisi socio-economica, non smette di dare la mano all'elettorato di estrema destra, con la prospettiva delle elezioni presidenziali del 2012. D'altra parte, la resistenza degli immigrati procedenti dalle ex-colonie è ugualmente crescente.

 

Il Partito degli Indigeni della Repubblica (PIR) è una delle voci più promettenti. Fondato poche settimane fa (fine febbraio 2010), è il risultato della convergenza del Movimento degli Indigeni della Repubblica, una associazione lanciata nel 2005 per contestare le gerarchie razziali, i rapporti di potere ereditati dalla colonizzazione e le politiche imperialiste delle grandi potenze.

Il PIR, che si presenta come un partito de-colonialista, sembra essere l'attore politico nel quale potrebbe confluire la resistenza delle banlieues, investendo direttamente lo scacchiere politico francese. Non nasconde, in effetti, la sua volontà di partecipare alle prossime elezioni per portare la voce degli abitanti dei quartieri periferici e delle popolazioni escluse.

L'apparizione del Movimento degli Indigeni della Repubblica, cinque anni fa, aveva davvero preoccupato tutta la classe politica francese in blocco. La trasformazione in un partito politico non ha fatto altro che aumentare questa apprensione della classe politica ufficiale, e  non soltanto dell'estrema destra. 

Il processo a Houria Bouteldja potrebbe essere, in questo caso, il primo passo di una serie di misure più severe per contrastare il Partito degli Indigeni della Repubblica.

 

Traduzione: Antonio Magliano